Finalmente una giornata in cui l’ascolto ha ritrovato la sua centralità. Assuefatti all’uso e al consumo di immagini per catturare e mantenere l’attenzione, ci siamo invece riappropriati della capacità di ascolto, un ascolto attivo, lasciandoci toccare nel profondo, facendo vibrare le emozioni, “sentendo”.
Abbiamo SENTITO la potenza delle parole: parole che approfondiscono, chiariscono, indagano, descrivono, curano. E parole che vanno curate (scelte con cura), perché armi potenti. Parole che ispirano conoscenza, pensieri, e sollecitano emozioni. Perché dobbiamo imparare un linguaggio che arrivi ai sensi, alla nostra parte più profonda e antica, meno mediata dalla razionalità.
Abbiamo SENTITO che la ragione non è e non dice la verità, ma è uno strumento che ci difende dall’imprevedibile e ci aiuta a convivere, perché consente la comunicazione univoca, dando un unico significato alle cose.
Abbiamo SENTITO che tutti noi, non solo i bambini e gli artisti, siamo abitati dalla follia, che è luogo di creazione. E’ nell’arte, nell’incantamento,nell’amore.
Abbiamo SENTITO che il dubbio ha una potenza creatrice, per questo dobbiamo mantenerlo e coltivarlo. Che la verità assoluta non permette dialogo, perché non prevede ascolto né tolleranza.
E abbiamo soprattutto SENTITO che il dialogo è possibile solo nel contesto di una relazione etica, all’interno della quale l’altro sia visto portatore di pari dignità, verità e potere. Ed è in questa relazione di profondo rispetto che le parole, l’ascolto e le esperienze emozionali possono produrre un reale cambiamento.
Di sicuro noi abbiamo iniziato a cambiare. Piccole cose, certo. Abbiamo deciso che faremo altre esperienze come questa per nutrire l’anima e la mente. Che condivideremo con i nostri compagni di avventura queste riflessioni per mettere in moto altri pensieri. Perché cambiare è un processo naturale, ma bisogna lasciare aperta la porta.
“I dialoghi del cambiamento”, Firenze, 4 novembre 2017 – Centro di Terapia Strategica di Arezzo.